Il canto dell'amata
"La voce poetica di Barletta (chiara ed efficace nel suo più doloso autobiografismo). Si innalza al di sopra delle rovine della vecchia poesia di immaginazione. Per ribadire che il poeta ha l'alto compito di cantare il vero tremendo che atterrisce. E solo allora, quando il poeta ha intravisto negli occhi divini della vittima la sua immagine straziante, può dirsi in comunione con lo Sposo della sua anima. Anima piagata dal dolore dei mortali, e la ferita causata dall'amore universale per ogni essere che vive ed appartiene alla famiglia dei viventi, addolora e spinge il poeta ad urlare la sua simbiosi commovente con la folgore immortale del creatore. Affinché la scintilla precipitata nella carne ritrovi l'iniziale unità con la fonte rilucente dell'Uno onnimovente." (Ettore de Francesco)
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