Utopie/distopie. Percorsi di critica dell'immaginario politico
Vie di fuga dalla forza costringente del reale, le utopie, immaginari non-luoghi o luoghi buoni proiettati talvolta all'indietro, talaltra in avanti, se non proprio fuori dal tempo, hanno però, paradossalmente, una lunga storia fatta di spazi e tempi del tutto reali. Una storia entro la quale si è iscritta, nella prima metà del '900, l'affermazione del concetto di distopia come rovesciamento del sogno utopico e sua realizzazione perversa: stazione, questa, gravida di conseguenze, che ha inaugurato una tradizione di pensiero critico dell'utopico, o comunque una sua ridefinizione, pur senza depotenziarne totalmente la valenza critica. Oggi, in una realtà storica all'apparenza priva di aperture, il "bisogno" di utopie e la rivalutazione del discorso utopico corrono il rischio di smarrirne la lezione, e di non riconoscere quelle stesse utopie/distopie concrete che lavorano costantemente il nostro quotidiano. Rispetto al dibattito contemporaneo sull'immaginario politico, lungi dal considerare esaurita la tradizione di critica dell'utopico, ma senza cedere alla credenza nell'immodificabilità del reale, i saggi contenuti in questo volume percorrono in modo singolare il rapporto tra utopia e distopia, mostrandone la consistenza reale e immaginaria a un tempo, l'intreccio concettuale e le pieghe attuali.
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