Punti di vista
Un racconto che si snoda nelle terre Venete, il cui protagonista è inconsapevole portatore di una qualità assai remota: il rispetto per la natura e i suoi avvisi. Primo matura a Treviso e Venezia, non senza disavventure, la sua vena artistica di abile scultore. Una di queste sue opere, la statua di San Floriano lo seguirà lungo il racconto. Rimasto orfano dei genitori adottivi, Primo continua a coltivare, in un'esistenza riservata, la passione nell'intarsiare il legno. La vendita di figure in legno gli consentirà di ottenere un lavoro più stabile nel laboratorio artigianale del signor Gianni, a Treviso, di cui diventa il braccio destro. Non sarà solo questa capacità a farlo divenire noto in città, ma anche il dono dell'ascolto dei problemi altrui e soprattutto del "buon consiglio". La preveggenza di Primo arriverà anche alle orecchie di don Ermenegildo che consiglierà a Gianni di allontanare per un po' Primo da Treviso, inviandolo a Venezia accompagnato dalla statua di San Floriano: il protettore dal fuoco di una vita che brucia e che nel 1940, anno della scomparsa da Venezia di Primo, dovrà tentare di difendere il mondo intero dinanzi al divampare della seconda guerra mondiale.
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