Centosessantastagioni
"Nel secolo scorso i quarant'anni erano il giro di boa, la linea oltre la quale si entrava nella mezza età, terra di inquietudini, bilanci, rimpianti. Sorprende trovare qualcuno che ci si soffermi oggi, un ragazzo, come viene percepito un trenta - quarantenne in una società che sposta sempre più in avanti le lancette della maturità, avviluppata nell'illusione di interminabili giovinezze. Un ragazzo consapevole che le sue centosessanta stagioni, come in modo civettuolo viene aggirato il più esplicito quaranta, richiedono una riflessione, una valutazione di cosa si sia incontrato nella vita e di come ci si sia posti, di cosa sia servito e cosa no, di cosa lasciarsi dietro e cosa invece portare con sé come viatico per gli anni futuri. Lo aiutano al controllo i poeti che gli fanno da guida con i loro versi, abilmente inseriti dall'autore in molte poesie, Cardarelli, Garcia Lorca, Ungaretti, Pessoa, Bronte." (Dalla prefazione, a cura di Maria Antonietta Macciocu)
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