Bari d'accento vol.5
Quintino Sella. Il grande statista piemontese non ebbe natali baresi; ciò non ostante, col dovuto rispetto i baresi pongono l'accento sul suo nome, come fosse uno di loro. Egli, con la sua politica finanziaria corretta e mai tentennante, tracciò un rigoroso programma di austerità per il neonato Regno d'Italia, programma che trovò il suo coronamento alcuni anni dopo, nel 1875. Impose tasse e restrizioni; non ne uscì indenne neanche l'onnipotente Papato che subì la sottrazione di ingenti beni ecclesiastici, e né lo stesso Regno. Gran parte dei loro possedimenti vennero venduti a privati; il tutto per raggiungere l'auspicato pareggio di bilancio da realizzare anche mediante "economie fino all'osso" come egli diceva. Ora, un secolo e mezzo più tardi, l'Italia è alle prese con lo stesso imperativo, ma le manca lo statista volitivo e tenace in grado di realizzare l'ambizioso programma. I baresi lo sanno! e sperano che qualcuno si ispiri a lui.
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