L'eretica Filippina dei Ranfi
Filippina dei Ranfi venne avvolta nel bando all'età di soli tre anni e rinchiusa nel "Monasterium Santa Maria Celle Tergesti" per sottrarla allo sterminio di tutta la sua famiglia ad opera dell'Inquisizione. Era l'unica sopravvissuta della nobile Casata Bavarese dei Reifenberg vivente entro le mura certamente fino all'anno 1333, quando negli Statuti Tergestini apparve una Legge pietosa per la povera giovane. La sua esistenza si consumò entro le mura conventuali ma la ragazza riuscì ugualmente a conoscere il nobile Johann della Torre. Ne scaturisce la storia di una proposta d'amore inaccettabile per la morale del tempo, ma che innesca il tormento della passione e la conseguente repressione. La vicenda di Filippina rimase oscurata per secoli, fintanto che il Barone Domenico de Rossetti non la rinvenne negli antichi Statuti e ne parlò con il suo assistente Pietro Kandler. La sua storia appassionò Antonio Somma, il librettista di Giuseppe Verdi che propose al celebre maestro di musicarla, per crearne un'opera lirica. Somma iniziò a scrivere il libretto che però rimase incompiuto per motivi ignoti. Il romanzo si inserisce in uno spaccato di vita medioevale che fuoriesce dalle mura conventuali e coinvolge pure la feudalità friulana, laddove la potenza dei dinasti Goriziani si scontra con quella del Patriarca, determinando forti tensioni e ostilità, tese alla difesa del territorio.