La profanazione del sacro a Dschang (Camerun)
Le comunità di Dschang avevano anticamente un'idea del valore estetico degli oggetti, poiché le loro espressioni vernacolari marcavano la differenza tra un manufatto d'arte ed uno di uso pratico quotidiano. Gli oggetti d'arte in legno erano considerati sacri, prima della loro " profanazione " da parte degli Europei e della conseguente rottura dell'equilibrio preesistente. Oggi, se il capo di una di queste comunità, il fo, decide di ricostituire in parte il suo tesoro di oggetti, si scontra con un vuoto nel campo artistico. I pochi scultori che pretendono di lavorare nel solco della tradizione non trovano fonti di ispirazione. Ne deriva sistematicamente la realizzazione di copie maldestre o di oggetti del folclore locale, o ancora di ibridi che confondono simboli e iconografie in modo arbitrario, con forme lontane dalla storia.
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