Storia di un emigrante
"La vita è come un percorso pieno di buchi e dossi. La mia non è estranea a questa regola. Essa mi ha così temprata per 73 anni da darmi di ringraziarla ogni minuto per avermi permesso di vivere tante belle esperienze indimenticabili: dalla seconda guerra mondiale, dalla malattia che mi rese cieco (retinite pigmentosa), ai tanti viaggi effettuati (Jugoslavia, Russia, Cecoslovacchia, Polonia, Ungheria, Cuba e tanti altri) che mi aiutarono a confrontarmi con altre realtà extra-italiane, scoprendo cosa volesse dire "essere straniero in un nuovo paese"; dandomi così di sapere come accogliere chi era diverso da me (di colore della pelle, di cultura, di cittadinanza, di lingua e tutte le diversità che dividono il mondo...) strappando la mia mente dalle stimmate che ci vengono insegnate da giovani. La vita mi ha dato di costruire una identità mia, fatta unicamente da me e non dalla società che ci circonda, avendo le mie idee su: politica, religione, donne-sesso, e personaggi che furono per me dei modelli da imitare (Rosa Luxemburg, Enrico Berlinguer, Antonio Gramsci, Ernesto Guevara e Nelson Mandela). La mia vita è stata un susseguirsi di gioie, lacrime, amori, amicizie, delusioni e tutti quei sentimenti che invadono il cuore umano e ci spingono a fare delle scelte che marcano per sempre la nostra esistenza positivamente o negativamente. Ognuno essendo responsabile del proprio futuro".
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