Orgòsolo's tales
Dicono che il nome del paese di Orgòsolo derivi dalla voce greca "orgà s", terra ricca d'acqua. E possibile che sia un suono molto più antico? E possibile che rappresenti uno dei tanti segni lasciati dagli "aborigeni del Mediterraneo" evocati da Franco Cagnetta, negli anni '50 del '900, a proposito del vestire tradizionale delle donne orgolesi? Questo è il racconto di un breve viaggio nella Orgòsolo di oggi, in quello che è ormai noto come il "paese dei murales", fra i richiami a Picasso, le frasi di Brecht, le citazione pittoriche su Gericault e sui "clandestini" del 2000, aggiuntesi alle parole d'ordine delle lotte di contadini e pastori nelle pareti del suo centro abitato. Un breve viaggio nel paese più noto della Barbagia per scrutare dentro la sua lingua, il suo Supramonte, i suoi boschi e i suoi nuraghi, attraverso suoni che portano lontano nello spazio, al di là del mare in mezzo alle terre, e nel tempo, quando coloro che misero mano all'aratro per delimitare Roma città eterna erano ancora di là da venire. Un breve viaggio sulle tracce di un percorso evidenziato. diversi anni fa, da un esperto di voci remote come Giovanni Semerano.
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