Mutata forma
Il viaggio di Livia, da un'enclave preservata dall'invasione della post-modernità, verso la Serenissima, si trasforma, nello scorrere delle pagine, in un attento affresco dal sapore sociologico. La città finisce per fungere da scenografia di un contesto devoto al denaro e alla boutade, regredito in forme di localismo cieco. Dopo aver attraversato la densità del dolore e la profondità di certe ferite mai cicatrizzate il percorso di ritorno-non ritorno paleserà a Livia il senso dell'esistere.
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