Il fratello
Viaggio allucinante. Questo potrebbe essere il titolo del romanzo, un'avventura di formazione che questa volta non forma proprio nessuno. Che uccide, piuttosto. Secondo canoni estetici della storia, secondo tradizioni millenarie proprie dell'Europa dell'Est. Un viaggio nella storia recente di terre sofferenti senza possibilità di redenzione. Due ragazze, tipiche rappresentanti della loro epoca e dell'Europa progredita, quella dell'Unione e dei diritti - anche quello di disporre del proprio corpo oltre ogni immaginazione - si trovano proiettate in un mondo in cui i diritti sono di pochi, il progresso è solo quello delle armi, e il proprio corpo rischia di appartenere a tutti tranne che a sé stessi. Vittime della geopolitica, di un intreccio tra la storia e la geografia di quei luoghi e gli straordinari interessi - a volte convergenti oltre l'apparenza - di governi e terroristi di ogni nazionalità. Un bagno nel crogiuolo infernale delle etnìe e dei problemi irrisolti dell'impero sovietico, che, come dimostra il caso esemplare delle due protagoniste, rischia di ricadere in un modo o nell'altro su tutto l'Occidente.
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