Il pubblicitario che fissava le capre

Il pubblicitario che fissava le capre

"L'artificio della creatività, ossia del fatto con arte e a regola d'arte, dovrà restituire un significato forte ed un valore aggiunto alle nuove modalità di consumo ed ai futuri consigli per gli acquisti. La pubblicità è una ninfa mutevole, capace di adattarsi e di metabolizzare in fretta tutti cambiamenti della società dei consumi. La pubblicità non rappresenta un fine, ma neppure un mezzo: è solo il messaggio. Essa si caratterizza come un linguaggio, un modulo espressivo che, a seconda delle esigenze, si manifesta attraverso una serie di espedienti e di significanti che ben si adattano ai nuovi dettami del mercato. La pubblicità non è il prodotto, non è la marca, non è il prezzo, ma solo il modo migliore, almeno si presume, di comunicarli al pubblico. Più la congiuntura economica si mostra sfavorevole al mercato, più la pubblicità dovrebbe affinare le sua arma vincente, l'unica possibile: la creatività. In verità, in questo ultimo lustro, i pubblicitari non l'hanno fatto, lasciandosi sopraffare da un cumulo di preoccupazioni per un futuro incerto e nebuloso.
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