Contro il Sessantotto
"La volgarità, la disonestà, il nulla culturale, una colpevole ingenuità, erano il vero bersaglio del libro, in una "critica della cultura" della società catodica. Un bersaglio che non è mutato, nell'impegno intellettuale di Biuso, e l'autocritica con la quale conclude la riedizione del libro lo prova ad abundantiam. Biuso propone un'ecologia visiva, per avere un'ecologia della mente, una spinoziana medicina mentis, una materialissima salute dell'anima; per salvare quello che gli sta più a cuore, l'interiorità che il corpo custodisce: sottrarsi alla società dello spettacolo è insieme difendere il corpo dalla possibilità di essere defraudato della sua interiorità - di essere ridotto a merce, a merce consapevole anche quando "si" gode - e l'interiorità dalla perdita del suo corpo, quando si "virtualizza" in una partecipazione senza carezze, senza contatto, senza patema vero, consumata e vissuta solo negli occhi."