Anime nella pietra
Piove, quando comincia il racconto, mentre i ricordi affiorano. Per anni, Vittorio ha cercato di dimenticare quella sera estiva del '77. Era l'anno della Maturità e delle prime scelte importanti: a quei tempi non immaginava certo che Casteldoca celasse il confine di una dimensione occulta, che sfiora la nostra quando il buio si assottiglia; non poteva credere che uno stupido gioco avesse stravolto la loro esistenza, ammettendo quella di un universo che minacciava di oscurare il loro. Eppure ne aveva udito la voce durante i deliri delle notti afose, un bisbiglio sgretolato di roccia che si frantuma. Gli si chiedeva solamente di costruire un plastico, per sbarrare il passo al confine con un rito magico. Dopo la fuga, tutto è affondato nella memoria. In quel gioco d'ombre, ha nascosto anche il nome di Arianna: pensava di averle confidato tutto, il giorno prima che se ne andasse, ma non è così; forse lei non sa nemmeno quante anime siano rimaste imprigionate nella pietra e non si può tacere ancora.
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