Del dolore e della letizia
"Le vicende esposte esprimono un vissuto che sortisce un effetto dirompente nell'animo di chiunque affermi l'esistenza di Dio. Se da una parte è vero che il piccolo Domenico, nato e vissuto nella pancia della mamma, non ha mai visto l'alba del suo primo giorno, dall'altra il dolore si conferma misteriosamente presente nella storia umana, unitamente alla paternità divina. (...) Mamma Natalina ha scritto questo libro esprimendo efficacemente il dolore dell'anima e del corpo, ma soprattutto portando una testimonianza cristiana a quanti subiscono il distacco rischiando di finire schiacciati sotto il peso di una depressione alienante. Un dolore che definire atroce è riduttivo, sia per lei che per Sergio, suo marito. Da questo punto di vista mi pare di aver colto un aspetto in questo saggio d'amore, l'affermazione di una verità sacrosanta e che cioè la sofferenza sempre e comunque ci trascende, come anche trascende la risposta che viene da Dio." (Dalla prefazione di Giulio Albanese)
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