L'altro
E l'alba. L'aria estiva è dolce. Il vecchio Simm e il suo cane Bic attraversano un villaggio ancora addormentato. D'un tratto, un'imposta blu si spalanca e la facciata dell'Hotel Splendid si illumina di un viso sconosciuto. Un giovane straniero dalla pelle chiara. L'incontro è fugace, eppure intenso. Lo scambio di qualche parola, ma più di tutto una condivisione di sguardi: Simm guarda l'altro e ne coglie la gioia, lo stupore di fronte al panorama. E attraverso quegli occhi ritrova i propri, come vedesse per la prima volta. Ma all'improvviso i muri si increspano, ondeggiano, si contraggono in una violenta scossa di terremoto. Il giovane resta sepolto, risucchiato nelle profondità della terra. Il vecchio si agita tra le rovine, urta i sopravvissuti che si aggirano come sonnambuli, si divincola da mani disperate, grida, a sua volta, sopra i lamenti e i richiami, scava con le unghie, trascina i soccorritori. Là, lui è là! Lo ha visto. Ma nella follia straziata che segue il sisma, nessuno sembra credergli. Resta solo, sul luogo della tragedia, in un dialogo ostinato, con l'altro che resta invisibile, in un canto alla vita, alla rinascita.
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