Oltre l'azzurro
Vi sono cose che si dicono e cose che si vivono. Oltre l'azzurro è un viaggio nella memoria a raccogliere rimasugli di tempo vissuto, all'insegna della tragedia. Ciò che resta del niente. Per questo ha più senso, tutto diventa prezioso: i profumi, i colori, i luoghi, le sfumature di grigio, i ricordi possibili, l'infinito dolore. La vita è un insieme di frammenti fra pagine vuote tenute da un filo, appeso come foglia sul piglio del ramo. Perfino banale come conclusione. Piuttosto scontata come fine. Va là dove porta il vento o in una camera della morte dove non si vuole mai entrare in fondo a un corridoio. Chissà perché queste camere, in qualsiasi luogo, si somiglino tutte. Hanno tutte lo stesso odore dei fiori decomposti e non intaccano nulla: la vita che scorre con la levità di un respiro nella sua indifferenza. Resta la coscienza del dolore. A frugare tra vecchie carte, a ricomporre d'un colmo il vuoto: il senso di aver vissuto tra camere d'albergo e periferie senza nome. Monique l'amore, la morte, il dolore. Se la poesia riscrive il senso di aver vissuto, ebbene in queste pagine si coglie il suo respiro più profondo, la forma più alta di sentire che consegna al tempo.
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