Cantiere Italia: il romanzo. Capuana e Borgese costruttori (Il)
All'indomani dell'unità nazionale l'Italia era tutta da costruire. Mancavano la lingua, i costumi e la storia degli italiani. A distanza di poco più di 150 anni si propone un ragionamento, volutamente parziale, intorno al significato di alcune parole d'ordine ricorrenti tra gli ultimi anni dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento: rinnovare, costruire, edificare, rifare. Tutti emblemi non casuali della magmatica acquisizione del genere "nazionale" per eccellenza: il romanzo. Due "siciliani illustri", (Capuana e Borgese, diventano cardini di una nuova riflessione sulla modernità, tra istanze di svecchiamento, europeismo e l'affannosa ricerca di una cultura "unitaria". Pur nella diversità della fisionomia generale, della poetica e delle posizioni ideologiche, i due operano nello stesso solco, raccogliendo - se non l'eredità -l'invito a "rifare il sangue degli italiani", pronunciato nel 1871 da Francesco De Sanctis: primo vero costruttore della cultura italiana.
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