Il signor K
Un interrogatorio serrato e stringente, un'incalzante sequela di domande, molte delle quali senza apparente risposta, ad un emblematico Signor K, carnefice o meglio, "professionista" come ama definirsi, nell'infliggere dolore alle sue vittime, perché questo è il suo compito, reso tale dalla guerra e dalle sue regole, dal potere che essa ed il caso danno a ciascuno. Una discesa nei più intimi e reconditi recessi delle aberrazioni dell'animo umano in un tempo non tempo, sospeso, immaginario, eppure impossibile da dimenticare. Un luogo in cui alle incalzanti regole delle circostanze e degli ordini si contrappongono le regole degli uomini e del rispetto della vita in un disperato combattimento che avrà come epilogo ed unica giustizia possibile alla cieca brutalità la speranza che la consapevolezza ed il rimorso per la violenza inflitta a vittime innocenti possa divenire come un tarlo silenzioso che lentamente, sottilmente, distruggerà l'oppressore. Ed in un gioco senza fine, dove oppressi ed oppressori scambiano ciclicamente i propri ruoli, ma mai il fine, comune, diretto a spezzare l'avversario, all'accusatore non resterà altra triste soddisfazione di avere anche lui "fatto il proprio dovere".
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