Avorio
"»ago stordito e nauseato per il secondo piano, poi entro in una stanza e cosa ti trovo? Un elegante diario aperto sull'ultima pagina scritta; copertina in cuoio, calligrafia fitta e ordinata, un invito alla lettura insomma. Così decido di sfogliarlo, ma mentre leggo distrattamente, mi accorgo che risale a quegli ultimi giorni e le mani iniziano a tremarmi. Allora vado dal sergente. "Che c'è?" ed io gli allungo il diario. "Che cazzo è questo?" mi domanda trafelato. "E un diario, signore". Faccio io".
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