Figlio, come si credeva, di Giuseppe
"Giuseppe", inteso come nome, è ormai desueto. I genitori, anche cristiani, lo trovano démodé, meridionale, vecchio. E un segno, forse il più piccolo ma non il meno significativo, della scristianizzazione in atto nell'occidente cristiano. Mentre Abramo, Isacco, Giacobbe e gli altri patriarchi antichi, se non come nomi di battesimo, almeno come paradigmi della fede, sono stati rilanciati dalla nuova centralità della Bibbia provocata dal Concilio, Giuseppe è rimasto in ombra, forse anche a causa dell'interesse esclusivamente devozionale di cui era circondato in passato. Del resto, stare in ombra è sempre stata la sua specialità : all'ombra, beninteso, di cui parla il Siracide a proposito del saggio, l'ombra della Sapienza. Questo libretto non intende "rilanciare" Giuseppe, che, a dire il vero, non ne ha e, certamente, non ne sente il bisogno. E un invito piuttosto ad unirsi a lui, per entrare nell'ombra in cui lui felicemente sta, quella del Diletto. Come è scritto: "Alla sua ombra, cui anelavo, mi siedo. E dolce è il suo frutto al mio palato"! (Sir 14,27)
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