Racconti del Cadore
Cadorina d'adozione, come lei stessa si presenta nella quarta di copertina delle sue opere, Giovanna Zangrandi nasce in realtà in provincia di Bologna e si trasferisce a Cortina nei primi anni Trenta. La scelta della montagna costituisce per lei una nuova nascita, simbolicamente rappresentata dall'abbandono del nome di origine (Alma Bevilacqua) e dalla decisione di interrompere una promettente carriera universitaria in ambito scientifico per intraprendere quella più incerta di scrittrice. L'amore per il Cadore è, quindi, in Zangrandi, non pura ammirazione delle bellezze paesaggistiche ma radicato bisogno di un luogo in cui sentirsi pienamente se stessa e fondersi con l'elemento naturale. La montagna assurge così a luogo tematico ricorrente non solo in ogni sua opera edita - da quella d'esordio, Leggende delle dolomiti, ai romanzi, al diario di militanza partigiana (I giorni veri), alla cronaca del Campo rosso -, ma anche nei suoi numerosi racconti (circa quattrocento) pubblicati, lungo tutto l'arco della sua esistenza, in giornali e riviste nazionali di rilievo e conservati nel suo archivio personale. Racconti del Cadore presenta al lettore, per la prima volta, una selezione di quarantanove testi, permettendo di scoprire l'eccezionalità di questa figura intellettuale, capace di offrire brani in cui la soggettività e la memoria si fondono con il racconto dell'esperienza di vita in montagna e il ritratto dei suoi abitanti.
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