Bambini perfetti. Una evoluzione del concetto di falso sé
Al mondo ci sono persone che sembrano ottenere gloria e riconoscimenti senza fatica, da tutti invidiati e presi a modello, ma che nessuno riesce ad avvicinare tanto sono centrati su loro stessi. Inspiegabilmente cadono in tragiche depressioni, incomprensibili per chi pensava di conoscerli bene. Poi ci sono coloro che, disprezzando gli altri, oscillano fra la depressione e la maniacalità e fanno dell'antisocialità uno scudo per combattere da soli in un mondo che è contro di loro. Infine c'è chi convive ogni giorno a fianco di dipendenze (droghe, sette, manie). Chi sono veramente queste persone? Perché hanno dovuto trovare strategie tanto dolorose per poter sopravvivere? Chi si nasconde dietro queste immagini che ricordano attori pronti a cambiare parte se la situazione lo richiede? Cosa si nasconde di tanto inquietante dietro l'iperattività di manager e persone di successo costantemente in competizione? Pur nelle loro diversità attuali, tutti hanno un'infanzia che li accomuna e che ha inesorabilmente segnato il loro futuro. Da bambini, ubbidienti e dotati di capacità superiori alla norma, alimentavano l'orgoglio dei genitori: erano "perfetti", i più bravi e diligenti di tutti.