Domenica in cella (Una)
Una domenica di pioggia, una bambina si rifugia sotto una volta di pietra, nel giardino del centro d'accoglienza che la ospita. Assediata da una sofferenza invincibile, resta prostrata nell'ombra e si rifiuta di uscire. Patrick Chamoiseau, scrittore, Tracciatore di Parole, e soprattutto educatore giudiziario, viene convocato per risolvere il problema. Ma mentre soccorre la bambina, Chamoiseau indovina ciò che lei ignora: quella volta di pietra è il reperto più spaventoso che si possa immaginare. È una cella le cui pareti trasudano memorie tenebrose, che si perdono in ciò che la Storia ha di impensabile e nel crimine senza castigo della schiavitù. Disorientato, l'educatore le racconta dapprima ciò che gli viene in mente (sotto gli auspici di Faulkner, Saint-John Perse e Glissant). Ne segue una storia di carne e di sangue, una fremente evocazione in bilico tra il reale e l'immaginario, tra il presente e i tempi antichi della piantagione in cui viveva Dimenticata, la schiava ribelle... perché il compito del Tracciatore di Parole è captare i segni e le tracce, le lingue e le culture, di considerare le presenze che ci abitano, ciò che si è rovinato o che si è cancellato, e che pure costituisce per noi un fondamento e un'iniziazione... chissà, forse anche la cella più spaventosa può liberare un riflesso del fulgore del mondo.
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