Versus
L'impegno poetico affianca in Atzeni vent'anni di mestiere narrativo: dal 1976, con la ballata teatrale "Quel Maggio 1906", alla disposizione della raccolta battezzata "La gallina di Lovicu Lobina" nel 1995, poco prima che un'esistenza di soli 43 anni terminasse tragicamente. Questo lascito in versi rappresenta in tre sezioni un percorso di vita e d'arte: rielabora l'antica ballata scenica nella "Filastrocca di quando buttavano a mare i tram"; stila una storia di viaggio ed esistenziale attraverso il "diario" "Mi basta saper suonare a malapena una tarantella"; sprofonda negli occhi di Vincent (Van Gogh) con il poemetto "Due colori esistono al mondo, il verde è il secondo". Le carte d'autore rivelano per questi materiali un 'work in progress' che immette nell'officina d'autore, raccontata in questo volume, e svelano testi non entrati nella raccolta ultima, alcuni dei quali sono qui proposti dopo attenta selezione. Altra passione poetica pluriennale in Atzeni è quella per i brevi componimenti carichi di 'nonsense' della sua terra e della sua città: i 'muttettus', selezionati dallo scrittore in raccolte artigianali ma soprattutto scomposti e rifatti in pazzi collage chiamati in sardo "Zerezas": 'ciliegie'. Da qui "Versus", il titolo che diamo al libro: traduzione in sardo meridionale (campidanese) dell'italiano "Versi", pertanto conveniente a una raccolta postuma e, in altra accezione, sintetizzante il poeta-'contro': l'esiliato randagio per l'Europa, in fuga da una terra matrigna; cantore di solitudini e compagno di strada del reietto Vincent; cantore anche di storiche rivolte (quella popolare cagliaritana del 1906); poeta-'contro', inoltre, per scelte formali, discoste dalla coeva scena poetica italiana e risultanti da una eccentrica ricerca espressiva.
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