La fabbrica di Salambò
Il lavoro di documentazione compiuto da Gustave Flaubert per Salambò fu enorme, tanto da impressionare gli stessi contemporanei, che pure non furono avari di critiche nei suoi confronti. Ma come si realizzò la costruzione del romanzo? Questo libro indica i principali tasselli utilizzati, o per meglio dire, riutilizzati nella "fabbrica" di Salambò, quelli che per esplicita testimonianza dello scrittore hanno dato corpo alla narrazione, occupando il posto di una "realtà" assente e facendo dell'opera "une représentation de représentations", un'archéo-fiction, come è stata definita. All'opera di restituzione "archeologica" di una religione tuttora oscura come quella punica, Flaubert unì un minuzioso lavoro di ricostruzione storica e ambientale, adoperando le tecniche più diverse: assemblaggio, amplificazione e/o rimodulazione di tutti quei particolari che, desunti dagli scrittori dell'antichità, danno forza e colore alla narrazione; trasposizione e conguaglio di fonti diverse per la caratterizzazione di quei personaggi del mondo punico che nei resoconti degli storici latini appaiono appena abbozzati: ciò che Claudine Gothot-Mersch chiama "déplacement des donnés". Ma la fabbrica flaubertiana ha rifuso tutti i materiali alla luce di una concezione narrativa che fa di Cartagine non soltanto un luogo dell'Oriente, ma l'Oriente tout court o, come scrive Jacques Neefs, una vera enciclopedia dell'antichità.
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