Il muto di Gallura
Il muto di Gallura era un uomo intelligente ed astuto, biondo, di media statura, agile e dalla vista acutissima. Si chiamava Sebastiano Tansu Addis, era sordo e muto fin dalla nascita e - coinvolto nella faida che verso la metà dell'800 sconvolse tre famiglie di Aggius - impersonò nell'opinione pubblica l'immagine dell'odio violento, tanto da essere soprannominato «il terribile». Nel 1884, dopo quasi 25 anni dalla sua scomparsa (nessuno vide mai il suo cadavere), Enrico Costa scrisse su di lui questo romanzo-reportage. La 'guerra civile' di Aggius durò dal 1849 al 1856 e fece 70 morti. Il Muto, latitante dal momento in cui uccisero il fratello Michele, è presente alle "paci" del 1856, ma resta alla macchia, e comincia a frequentare la casa di un ricco pastore. Qui si innamora, corrisposto all'inizio, di Gavina, la figlia del padrone di casa. Posposto poi a un altro pretendente, riprende la caccia a tutti quelli che lo hanno offeso. Il libro di Costa comincia proprio nel 1857, con il Muto in agguato per uccidere la prima vittima della sua lunga vendetta.
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