Poco importa che vai piano se sei entrato contromano
«Ho conosciuto Giovanni Maria Boni su Fb perché lui mi aveva chiesto amicizia. Lo faceva impazzire (così m'ha detto) un filmino di pochi minuti girato con Andrea Camerini "Io ti spiezzo in due". Penso che Giovanni sia l'unico vero fan di quella apocalittica boiata, talmente surreale da risultare quasi incompresa. Da essere adulato, mi son ritrovato, leggendo "i commenti" di Giovanni su Fb, a diventare di colpo adulatore. Giorno dopo giorno sono diventato io un fan suo. Una. Due. Dieci battute, al giorno. E dentro di me continuavo a ripetermi: "Oh! Questo è ganzo" Questo fa ridere!". Gli chiesi allora se faceva l'autore e lui, quasi spaventato, mi rispose di no. Son passati du' anni e mezzo e mi tocca buttanni giù la prefazione al suo primo libro. E mi sono offerto anche volontario! Perché lo considero un genio. Perché si è dimostrato, un fulmine nei giochi di parole, una scheggia nel colpire nel segno, spesso addirittura spiazzandomi, portandomi ad esclamare: "Diamine! Perché non è venuta a me quella battuta?". Oppure, a volte, mentre son qui al computer che annaspo dietro a un pezzo per il Vernacoliere o per il Tirreno, mi vien da dire: "Il Boni qui cosa scriverebbe?". Già, il Boni qui cosa scriverebbe? Di sicuro ora ci metterebbe un Pilosio a pensare, in attesa della prossima folgorante "azzata" Ebbene signori: bevetevi il Boni, prima che lui si beva voi». (Claudio Marmugi)
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