Sono morto una notte di luglio
Sono morto una notte di luglio: "Non che mi fossi aspettato una folla da stadio, né un corteo di zelanti adulatori come quelli che, in vita, mi giravano spesso intorno, e neppure quei giornalisti e quelle telecamere che spesso mi avevano gratificato e talvolta insultato. Non mi aspettavo neppure gli opportunisti dell'amicizia, quelli che nei momenti felici erano "amici di Paolo", che spesso sedevano alla mia mensa o che mi invitavano alla loro per esibirmi come un gioiello di famiglia. E non mi aspettavo neppure colleghi (ma un paio c'erano), dirigenti federali, stendardi e bandiere. Capii, d'un tratto, cos'era che mi aveva spento. Era la "morte civile", della quale avevo letto e sentito parlare senza immaginare la ferocia con la quale sapeva aggredire". "Not that I expected a crowd, nor a cavalcade of zealous sycophants like those who, in life, I turned around often, and even those journalists and those cameras that I often had gratified and sometimes reviled. I did not expect even the opportunists of friendship, those in happy moments were "friends", who often sat in my mess hall or inviting me to them to perform like a family jewel. And I wasn't expecting even colleagues (but a couple there were), Federal executives, banners and flags. I realized, suddenly, what was it that I had turned off. Was the "civil death", which I had read and heard without imagining the ferocity with which he knew attack ".
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