Cara filosofia. Lettere di un giovane filosofo ai grandi maestri
"Cara Filosofia" riunisce una serie di lettere che l'Autore immagina di scrivere a Boezio, Epicuro, Schopenhauer, Erasmo, Spinoza, Etty Hillesum. Sono i filosofi che hanno costituito dei punti di riferimento nella crescita interiore di Alexandre Jollien e che qui sono interpellati, e sperimentati, perché guidino anche il lettore a liberarsi dal peso del passato, dei sensi di colpa, dell'insoddisfazione di se stessi. Questi grandi maestri invitano soprattutto a renderci indipendenti dal condizionamento del giudizio altrui e a liberare anche noi dall'assillante volontà di giudicare tutto e tutti. Il giudizio è una forma di appropriazione vorace e indebita dell'altro, dice Jollien, un modo per alterare la realtà con l'immaginazione, che impedisce di aprirsi al rischio dell'accettare e dell'accettarsi, condizione necessaria per crescere e progredire verso il bene. Crescere e diventare 'adulti', spiega ancora Jollien, significa aprirsi all'integrità di ciò che si è, senza scartare nulla e accettando di guardare in faccia le nostre contraddizioni; non è tanto arricchirsi di cose nuove quanto scoprire ciò che c'è già dentro di noi e imparare che l'oggetto del nostro desiderio più profondo, e universale, come dice Spinoza, è il desiderio di gioia. L'immaginaria corrispondenza, attraverso la quale il giovane filosofo svizzero suggerisce un percorso per la costruzione di sé, si rivolge anche alla Filosofia in persona, la figura allegorica che conforta Boezio rinchiuso in carcere in attesa dell'esecuzione; nonché alla Paura e alla Morte, due importune compagne nella vita di ogni uomo le quali, sottoposte al sottile interrogatorio di Jollien, vuotano il sacco fornendo insegnamenti utilissimi non per eliminare la paura ma per educarla e affrancarsi dall'angoscia. Lo scopo del libro, dunque, è quello di descrivere una condizione dello spirito e di individuare i mezzi utili per realizzare la pace interiore progredendo nella gioia del qui e ora, secondo la concezione della filosofia come medicina dell'anima propria della saggezza antica e degli interlocutori qui convocati da Alexandre Jollien.
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