L' invenzione della geometria. Il primo Russell o il canto del cigno della geometia «kantiana»
Il testo qui riportato in reprint è tratto dalla mia tesi di laurea, felicemente discussa e approvata con lode l'11 novembre 1967 alla Statale di Milano, relatore Enzo Paci e controrelatore Ludovico Geymonat. Il testo, uscito come articolo della rivista ACME" nel dicembre 1970, espone e critica The Foundations of Geometry, opera prima del 1897 di Bertrand Russell, che a sua volta discute e a suo modo rivaluta la fondazione kantiana della geometria. Per parte mia, con giovanile baldanza teoretica, critico le concezioni dell'uno e dell'altro della geometria e dell'A priori. Per concludere rivendicando: la storicità della geometria, contro ogni tipo di fissità e aprioristica purezza idealistica; il continuo mischiarsi della geometria con le scienze e con la fisica, soprattutto dopo Einstein, contro ogni aprioristica e convenzionalistica separatezza. Così, mi pare, con il linguaggio mio di oggi, che la mia tesi riconoscesse che la geometria è un'invenzione storica, che cresce storicamente per tappe e tentativi, radicandosi pragmaticamente nelle operazioni richieste e incontrate dalle tecniche. Perciò questo titolo per questo reprint: L'invenzione della geometria. Non voglio certo dire di essere stato il solo ad avere inventato, allora e quarant'anni dopo, la concezione della geometria come invenzione storica. Ma voi avete sentito parlare prima d'ora di "invenzione di geometria"? (Massimo A. Bonfantini).
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