Dopo il documentario Notte e nebbia (1956) di Alain Resnais e il film Kapò (1959) di Gillo Pontecorvo, il cinema che si occupava della Shoah è passato attraverso percorsi laterali: troppo aperte erano le ferite, troppo vicino l’inferno dei lager, per affrontare direttamente un evento unico nella storia dell’umanità. Negli ultimi anni, però, qualcosa è cambiato
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