Poesie sotto l'albero
Alcuni personaggi presi dalla vita quotidiana fanno da sfondo alle cento storie narrate in queste prose. La silloge vuole esprimere il tema della sconfitta, della decadenza, della morigerata rassegnazione e del vano tentativo di emancipazione. Seppur narrate in prima persona, queste "poesie in forma di prosa" non sono autobiografiche ma si basano su personaggi e in parte reali, in parte creati dalla fantasia. Per le strade di Pavia si aggirano irrequieti, frenetici, furibondi alla ricerca di qualcosa che neppure loro sanno cosa è. Sono "gli eterni secondi", ovvero gli eterni sconfitti, delusi, dannati e rassegnati: rassegnati alle loro manie, alle loro persecuzioni, alle loro decadenze. Sono i rifiuti di una società che non li ha voluti né amati per colpa loro o per colpa della stessa società. Sono donnaioli, condannati a morte, matti, prostitute, violenti, adulteri, disillusi. Le liriche del primo capitolo sono i racconti delle loro vite, le testimonianze dirette dei loro malesseri, dei loro disagi, dei loro vani tentativi di cercare un po' di quella serenità che non riescono mai a trovare.
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