Il destino del fuco
Marianna è felicemente sposata, ha due figli e gestisce con successo un agriturismo. Con il marito Riccardo condivide la passione per il cibo e il buon vino, per la bellezza della convivialità e una cultura della tavola tipicamente italiana. La loro felice quotidianità viene sconvolta dall'arrivo all'agriturismo di quattro ospiti, una madre single con una figlia e un padre divorziato con il figlio, tra i quali emergono divergenze sulle rispettive visioni enogastronomiche. Ma queste sono destinate a rimanere sullo sfondo non appena emergono verità sconvolgenti: i ragazzi sono nati entrambi grazie alla fecondazione eterologa, da un donatore anonimo. Chi è il loro vero padre? Quando la verità viene a galla, tutti i personaggi rivelano la loro difficoltà e angoscia nel gestire una situazione così imprevedibile. E necessaria la presenza di un padre? Qual è il suo ruolo nella famiglia? La sua funzione è fondamentale o è come un fuco, che feconda l'ape regina e poi viene ucciso o abbandonato? Sullo sfondo del racconto emerge l'ospitalità sobria ma raffinata con cui è gestito l'agriturismo di Marianna. In questo contesto, la cultura della buona tavola diventa spunto per riflessioni allegoriche e considerazioni antropologiche: il rapporto che i personaggi hanno con il cibo diventa riflesso del rapporto che hanno con gli altri.
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