Alice
Questo diario personale in versi racconta in un soffio un'intera vita vissuta in un mondo andato, fatto di valori semplici, ritmi naturali e buon senso cristiano. Una dimensione al femminile, i cui ricordi, "donati a piene mani" dalla narratrice, sono cesti di frutta, uova e fiori di bosco, bambini e persone semplici e dai nomi reali: Adele, Emanuela, Maria, Fiora... La sensibilità religiosa sullo sfondo della narrazione non si limita alla rassegnazione della fede, ma parla di un'intelligenza illuminata da una fede ("senno e salute"), che per la Verità sa "urlare invece di tacere". La narrazione poetica di questi versi è anche un tentativo di protezione di quel mondo ripreso nel filo dei ricordi, forse spezzato dai ritmi confusi dei cambiamenti. La precarietà di un mondo innocente che sparisce è la precarietà del bambino, del fiore, dell'anziano, delicati come una prosa rosa che diventa poesia da leggere con lento respiro, per gustare il sapore di un'espressione semplice, dal filtro letterario ridotto al minimo.
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