Letti di ghiaccio
I cloni hanno un'anima? "Tutto era pronto: i letti di ghiaccio per i loro amati erano fatti!" "Il problema dell'Anima del clone agli Dei interessava poco, l'Anima non importava più da secoli, la Ricerca era il loro credo, la loro unica Fede..." "L'idea del clone non l'aveva mai abbandonata, anche durante le loro effusioni fantasticava sull'idea intrigante di fare l'amore con entrambi, contemporaneamente..." In questo breve romanzo il contenuto distopico e paradossale è assoluto. Paradosso di un travaglio esistenziale, di una scienza scriteriata, di un erotismo insaziabile e della totale negazione di ogni principio morale che porta Silvana, l'infelice protagonista di questo racconto, alla follia di parlare con i delfini e non con gli esseri umani. Paradosso di un amore non corrisposto e perciò manipolato con piglio stregonesco dalla scellerata scienziata. Sottile ironia velata di sarcasmo, sense of humor un po' gotico, ritmo veloce e cinematografico, fanno di "Letti di ghiaccio" una paradossale apologia dell'egoismo e della paura della solitudine, che nasconde una timorosa e disincantata speranza per un mondo migliore.
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