Tutto in vendita. Ogni cosa ha un prezzo. Anche noi
"Nei luoghi e nel tempo della "globalizzazione", qualcosa accomuna e assimila le foreste del Sud America e la politica mondiale, i mari tropicali e i nuovi farmaci, l'informazione e le sementi, il petrolio e il clima, la satira e la guerra. Una gigantesca anomalia storica che non ammette eccezioni in nessun angolo, seppur recondito, del pianeta: ogni cosa ha un prezzo. E ogni cosa è in vendita, disponibile al miglior offerente. Non c'è più nulla di "reale", l'oggettività è divenuta mero frutto del business soggiacente. Le malattie possono essere pura invenzione delle industrie farmaceutiche. Le guerre si rivelano strumenti coloniali al servizio non più degli Stati, ma di aziende e multinazionali. Nel mondo non ci sono mai stati tanti schiavi quanti ora. La nostra è diventata un'epoca in cui è oggetto di vanto esportare una democrazia che ormai non esiste più. È stata venduta. Ceduta a politici bramosi di potere, a finanzieri senza scrupoli, a multinazionali avide. L'informazione ha cessato da tempo di rivestire il ruolo di Quarto Potere a disposizione e a tutela delle masse, e si è trasformata in un medium che vende una percezione distorta della realtà, celando gli interessi degli acquirenti, abbassando il prezzo per gli usurpati. La ricerca scientifica non ha più la sola finalità di occuparsi dei problemi dell'uomo o della Terra, preservando il presente e garantendo il futuro. Ora il suo interesse principale è sviluppare idee commerciabili. Siano esse malattie assassine, nuovi ritrovati tecnologici, armi devastanti o strumenti per l'annientamento delle risorse. Il sistema economico mondiale si è tramutato nel regno di pochissimi, un'oligarchia ereditaria che non ammette intrusioni. Questa economia deviata è sfuggita a ogni tipo di controllo, tanto che sta distruggendo se stessa insieme al mondo di cui si nutre. Ha brevettato ogni cosa: dalle opere dell'intelletto ai frutti della natura, dalle sementi prodotte in millenni di storia dal lavoro dei contadini agli esseri umani. Interi paesi non esistono più, anche se il loro nome è presente sulle mappe. Sono "beni" privati di multinazionali del petrolio, del gas, del legname, persino dell'abbigliamento. Oggetti di sfruttamento dei minerali, degli spazi e del lavoro a buon mercato. Gli esseri umani sono le cavie per medicamenti ed esperimenti chimici. Sono la forza lavoro, sono spendibili come lettori, acquistabili come consumatori. Fanno capolino, mercificati, sui cartelloni pubblicitari, sono assoldabili come killer per le guerre coloniali. Vengono ceduti insieme al terreno sul quale da sempre vivono, vengono strumentalizzati attraverso il tubo catodico. La satira un tempo era grido di sdegno che additava i comportamenti negativi, invettiva sociale e politica. Ora è poco più che un sorriso compiaciuto o rassegnato sulle miserie dell'umanità. E basta guardarsi intorno per accorgersi che ogni cosa, qualunque cosa, è in vendita. Gli autori di questo libro denunciano situazioni a volte al limite del paradosso, ma tremendamente reali, nel tentativo di evitare che almeno la coscienza di un mondo all'asta non venga del tutto alienata". (Dall'Introduzione)
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