Parole desti-nate
Le parole desti-nate. Un trattino-cesura, una sorta di simbolica frattura esistenziale. O faticoso ricongiungimento con sé stessi? Le parole e l'aspro viaggio cui siamo (stati) destinati, senza averlo scelto. Le poesie di Marzia Schenetti sono intense, di un'intensità a volte molto dolorosa. Si sa che il dolore, come la frustrazione di fronte alle cose del mondo - con ogni probabilità la più potente molla creativa -, può aiutare a generare letteratura e in questo volume si aprono squarci di grande poesia. Il che non significa che la vita sia solo dolore. La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente fra noia e dolore..., scriveva Arthur Schopenhauer. Sì, ma anche fra nostalgia e rabbie, fra ricordi e amore e speranze. L'odio (anche motivato), qualche volta. "Parole desti-nate" è il seguirsi dei giorni, l'altalena squinternata degli stati d'animo lungo questo percorso. Trasudante di destino per l'esperienza di violenza da trasformare in una rinascita e trasudante di destino nelle coincidenze che si susseguono e che incalzano il tempo. Così... nascono parole desti-nate.
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