Apice in festa per la regina Isabella (1497). Nel viaggio della sovrana Del Balzo sull'Appia Antica. I baroni Carillo Cervillon (Cerviglione). Borgia
Al poema "Lo Balzino" di Rogerio de Pacienza (che tanto poco piacque a Benedetto Croce) dobbiamo le rime da cui traspare la storia del Regno di Napoli nel viaggio della Regina Isabella da Barletta al Maschio Angioino per incontrare lo sposo Federico, già incoronato Re a Capua durante la peste che colpì la capitale. E l'occasione per il Cortigiano di seguire la sovrana lungo il tratto della Via Appia Antica che collegava Lucera a Paduli, nella provincia riunita di Principato Ultra e Capitanata, per poi avviarsi nella Valle Beneventana, per l'altra strada di Tufara e Montesarchio, in provincia di Terra di Lavoro, proseguendo per Aienzo ed Acerra, prima di giungere al Poggio Reale e fare il suo ingresso trionfale alla Reggia. Ma è la sosta ad Apice, con l'arrivo dei cavalieri di Casa d'Aragona, e l'accoglienza della Duchessa di Ariano in quel di Casalbore, a segnare il grande l'amore nutrito delle popolazioni locali per la Regina, accolta, lungo il viaggio, da giostre, cortei e teatrini per festeggiare e scimmiottare i tornei cavallereschi angioini.
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