La macchina perversa
La Macchina perversa: "Sugli spagnoli calò un velo di silenzio e di oblio quando prese il via quella fase di transizione politica di cui tanto è stato detto. Mirando a un passaggio dalla dittatura alla democrazia che fosse pacifico e senza traumi, si decise di prendere il passato, non troppo lontano e capace di riaprire ferite appena rimarginate, e metterci una pietra sopra. I giovani si videro quindi negata la memoria di quanto era accaduto sotto il regime franchista e prima ancora. Quando Federico del Barrio e io abbiamo iniziato a lavorare a questo libro, ci siamo posti l'obiettivo di ricostruire alcune di quelle zone d'ombra creando un'atmosfera oppressiva, e a volte irreale, nella quale calare i nostri personaggi (spesso nei fumetti e nel cinema l'evocazione di epoche passate si avvale di un uso troppo asettico della documentazione), richiamata dai cavi della tranvia che incombono sulle teste come ragnatele. Questo racconto è una sorta di omaggio a tutti i fumettisti del dopoguerra che la fede repubblicana allontanò dalle preoccupazioni professionali e spinse a cercare rifugio in questo mezzo di comunicazione popolare. Che nessuno veda in quest'opera, un puro e semplice lavoro di interesse storico e di omaggio a una delle generazioni più maltrattate, e a uno dei mestieri socialmente più oltraggiati. La macchina parla dell'importanza vitale della memoria, sempre tanto fragile nella nostra storia passata e recente, e di come sia inevitabile per quanti cercano di seppellirla ritrovarsela davanti prima o poi".
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