Adam Smith XXI secolo
"Non è certo dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio che ci aspettiamo il nostro pranzo, ma dal fatto che essi hanno cura del proprio interesse". Sulla base di questa affermazione, Adam Smith è diventato il creatore dell''homo oeconomicus': colui che perseguirebbe i propri interessi personali, disinteressandosi delle esigenze collettive. Per l'autore di questo saggio, Smith stempera l'egoismo individuale con la "morale della simpatia", che stimola gli uomini a ricercare l'approvazione dei propri simili: un correttivo per le istanze egocentriche, capace di convogliarle verso esiti socialmente utili. Attraverso la lettura comparata della "Ricchezza delle nazioni" e della "Teoria dei sentimenti morali", comprendere il pensiero di Adam Smith significa, allora, cogliere il nesso profondo che esiste tra economia e etica. Ieri: agli albori della rivoluzione industriale; oggi: all'inizio di un nuovo millennio nella stagione del capitalismo globalizzato. L'egoismo di Smith non è quello assoluto di Hobbes; non può essere considerato, perciò, un elemento disgregatore della società: piuttosto, un fattore di ordine e di sviluppo. Indipendentemente dalle ragioni profonde alla base del comportamento umano, i meccanismi del mercato agiscono, infatti, come una "mano invisibile" che guida l'economia, nella ricerca del benessere collettivo.
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