Made in Italy. Il lato oscuro della moda
La schiavitù esiste ancora, nelle fabbriche cinesi ma anche nel cuore della vecchia Europa. Gli schiavi del terzo millennio sono lavoratori della moda, di un'industria che confeziona lussuosi capi di abbigliamento per le vetrine delle nostre eleganti boutique. "Made in Italy" racconta un mondo di intollerabile miseria e sopraffazione, e lo fa con completa cognizione di causa, poiché l'autore (che scrive, come è ovvio, sotto pseudonimo) lavora da anni in questo settore, ha conosciuto carnefici e vittime, ha visto con i propri occhi gli squallidi luoghi in cui si produce gran parte del nostro lusso. Giò Rosi ci accompagna nelle fabbriche di uno Stato fantasma fondato sull'illegalità chiamato Transnistria. poi in Romania (dove, se gli indigeni pretendono troppo, si possono sempre importare operai dalle zone più povere dell'Asia), in una prigione bulgara convertita in fabbrica senza che si noti troppo la differenza, e in molti altri luoghi ancora. Dopo aver letto questo libro, sarà più difficile comprare certi costosi capi "firmati" facendo finta di niente. Alla ribellione morale si aggiungerà l'amara consapevolezza che questo vergognoso mercato di esseri umani non solo favorisce i calcoli di imprenditori senza scrupoli, ma danneggia l'intera industria italiana e il consumatore. Sotto la griffe si nasconde l'antica realtà dell'avidità umana.