L'ordine di Mosca. Fermate la Biennale del dissenso
Mosca fece di tutto per bloccare la Biennale del Dissenso che si svolse nel 1977 a Venezia e che rappresentò il primo vero atto di sostegno politico e culturale, compiuto in Italia, nei confronti di coloro che resistevano in Urss e nei Paesi comunisti. Ci fu un braccio di ferro politico e diplomatico. Da un lato il Cremlino - come risulta da documenti segreti e inediti sovietici, americani e tedeschi - esercitò ogni forma di pressione e di ricatto sul governo di Roma, sulle forze politiche e sul Pci, che cambiò il suo atteggiamento iniziale: prima disse sì alla manifestazione, poi sotto l'incalzare di Mosca la osteggiò duramente. Dall'altro lato, soprattutto il sostegno di Bettino Craxi e dei socialisti consentì a Ripa di Meana di portare a compimento l'operazione e di superare gli ostacoli eretti dal mondo culturale italiano e dalle grandi imprese automobilistiche, tessili ed elettroniche del tempo impegnate nella sterminata Urss. Una brutta pagina quella scritta da molti intellettuali, con significative defezioni anche da parte di alcuni consiglieri e dei direttori della Biennale. Ma per la prima volta il sostegno al Dissenso non venne sacrificato sull'altare della coesistenza con l'Est.
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