Massimo Zanardi. Che non mi si chiami Fido, quindi
Un naso arcuato esce dall'ombra della Bologna primi ottanta, un naso che si sporge su un sorriso sarcastico e che contrappunta due occhi azzurro gelidi. Un naso che è un marchio di fabbrica. Zanardi, "Zanna" che in compagnia di Colasanti e Petrilli, più colleghi dì bravata che amici, mette a ferro e fuoco il loro mondo fatto di liceali, feste, professori imbelli, droga, contestazione, sesso, campeggi estivi. Caustico e spietato come chi è dominato da un vuoto che era e rimane specchio di una parte di queste generazioni. Massimo Zanardi è uscito dalle formidabili matite di Andrea Pazienza per entrare nelle nostre vite, nel nostro immaginario. Non un personaggio dei fumetti, ma il nostro insopportabile compagno di classe.