Il sapiente, il mercante, il guerriero. Dal rifiuto del lavoro all'emergere del cognitariato
La storia del Ventesimo secolo è storia del conflitto e dell'alleanza di tre figure: il sapiente, il mercante e il guerriero. Il sapiente è l'erede del lavoro umano, il portatore dell'intelligenza accumulata nei gesti di lavoro e nell'infinita successione di atti di rifiuto di quest'ultimo. Il rifiuto del lavoro induce il moto evolutivo dell'intelligenza. L'intelligenza è rifiuto del lavoro che si realizza in forma socialmente utile. E' grazie all'intelligenza che diviene possibile sostituire il lavoro umano con macchine. Ed è grazie al rifiuto del lavoro che la scienza è spinta in avanti, sviluppata, messa a frutto. Fin dai suoi inizi la scienza moderna fu consapevole di questa sua funzione. La conoscenza moltiplica la capacità umana di produrre cose utili, e moltiplica gli spazi di liberta per tutti gli esseri umani, riducendo il tempo di lavoro necessario per produrre ciò che occorre alla società. Ciò vuol dire che conoscere è potenza. Il mercante e il guerriero vogliono fare della conoscenza uno strumento di potere. E a questo scopo debbono sottomettere il sapiente. Ma questo non accade con facilità, perché la conoscenza non tollera dominio. Perciò il guerriero e il mercante ricorrono ad astuzie e a trappole, per sottomettere la potenza del pensiero al potere del danaro e della violenza.
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