La valigia del centravanti. Nove storie di numeri 9
Il centravanti nell'immaginario collettivo è Achille che va da solo sotto le mura di Troia per sfidare Ettore, l'eroe della prima linea che passa in mezzo alle pallottole e porta la bandiera dentro la trincea nemica, il grimaldello che scardina la porta avversaria. Non il boia che dà il colpo di grazia al condannato a morte con gli occhi bendati e le mani legate, caso mai il torero che infila la spada in mezzo a due corna e a cinquecento chili di carne lanciati a tutta velocità contro il suo petto. Ma la gloria del calcio si consuma presto come un temporale d'agosto o una candela in una notte di blackout: e i nove numeri 9 del libro non segnano più gol da un pezzo. Stanno oltre i margini del campo, non siedono su una panchina o su una poltrona dirigenziale di qualche società , non lavorano come osservatori o procuratori. Fanno altro, cose normali, che non ti aspetteresti da chi ha calcato il prato dell'Olimpo e dello stadio Olimpico: vendono gelati e fumetti, giocano schedine, fanno il rappresentante e il ragioniere, gestiscono alberghi e pizzerie. "Testa di pietra e corpo di corallo rosa" così Manuel Và zquez Montalbà n definisce il centravanti, figura fragile ma preziosa, "la più lodevole e impegnativa specialità del calcio".