Letteratura e sport. Atti del Convegno (Roma, 5-7 aprile 2001)
Ci sono molte buone ragioni per cui portare a tutti loro, in questa sede, il saluto e il benvenuto mio e dell'IUSM che ha l'onore di ospitarvi. Cercherò solo di accennarne alcune. L'IUSM è la prima, ma anche l'unica Università dello Sport e del movimento in Italia. Con questo nuovo ateneo la cultura dello sport e del corpo entra nell'accademia. Lo scopo della sua stessa nascita è quello di diffondere e approfondire questa cultura, non quello di imbellettarne i lineamenti con temi della cosiddetta cultura con la C maiuscola. Parafrasando l'inizio di una relazione che avremo il piacere di ascoltare, quella di Nicola Porro, che afferma "la mancata ricezione dello sport nell'universo della cultura accademica e scientifica" e conclude che questo non autorizza a considerarlo un fenomeno sociologicamente residuale, noi sappiamo che questa mancata ricezione (fino a oggi, vorremmo soggiungere) non autorizza affatto a considerare lo sport come un fenomeno culturalmente residuale. Letteratura e sport, il titolo di questo convegno esprime dunque un binomio di assoluta e pari dignità culturale che ci permetterà di analizzare e arricchire la nostra percezione e conoscenza dell'uno attraverso l'altra e viceversa. Questa premessa spiega bene come e perché, in forma analoga, l'IUSM, nel collocarsi appieno nel sistema universitario laziale e nell'essere da esso pienamente assorbito, sappia di farlo allo scopo precipuo di arricchire questo sistema ed esserne, a sua volta, arricchito. (Biancamaria Tedeschini Lalli)
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