Invasione di campo. Una vita in rossonero
Un bambino frastornato da un immenso San Siro: è il 19 marzo 1967. Così inizia "Invasione di campo". Il "Febbre a 90°" italiano, anzi milanista. Come il best-seller di Nick Hornby, il libro intreccia la storia della squadra rossonera alle varie fasi dell'esistenza del protagonista, che cresce nella periferia milanese ed è 'iniziato al mestiere del tifoso', dal padre e dai nonni. E insieme alla Dea Bendata, al Dio Calcio e al suoi Comandamenti, da Rivera si giungerà a Nesta, dall'infanzia alla maturità, attraverso vicende famigliari, politica, amori ma anche drammi. Il calcio, quindi, come specchio delle nostre debolezze e passioni. Il calcio come compagno di vita. Trentacinque anni di episodi calcistici e privati, ma anche di vita italiana e non solo. Nel fluire del racconto, infatti, l'autore inserisce costantemente riferimenti al costume e alla cronaca, dal caso Moro all'11 settembre. Fino a un ultimo, attualissimo, interrogativo: come può, un tifoso di sinistra, tenere ancora per il suo Milan? Il libro, dunque, ci trascina in una continua invasione di campo tra piani narrativi diversi. Flash, dissolvenze, linguaggio immediato (nel quale trova spazio anche il dialetto) sono alla base dell'accattivante stile del romanzo e creano un incedere jazzistico che conquista il lettore: dal supporter milanista di ogni età, innanzitutto, portato a sfogliare il testo come un album, un succedersi di sensazioni da rivivere; all'appassionato che, al di là del club di appartenenza, potrà identificarsi nel Riti e nelle Scaramanzie di quell'"ultima rappresentazione sacra del nostro tempo" che è il calcio. E infine chi, anche se estraneo al 'furore calcistico', si troverà inevitabilmente coinvolto nelle esperienze della generazione del protagoinsta.
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