L'invenzione della vita
L'ambizione è la più forte delle droghe, e la più distruttiva. Sam Tahar ne ha fatto la sua religione: ed è riuscito a diventare uno degli avvocati più famosi di New York e a vivere nel lusso sposando una donna ricchissima. Insomma, potrebbe finalmente dirsi arrivato. Eppure c'è una nota stonata nella sua disperata, affannosa ricerca del successo. Perché Sam, per arrivare fin lì, ha scelto di cancellare qualcosa di sé. Ad esempio, il suo amore, vent'anni prima, a Parigi, per Nina, l'unica vera donna della sua vita; o l'amicizia più importante, quella con Samuel, finita proprio a causa di Nina. Ma, soprattutto, Sam ha scelto di cancellare la propria identità: le sue origini arabe, e il suo vero nome, Samir, facendosi chiamare "Sam" - proprio come l'amico di un tempo. E quando i tre, Samir, Samuel e Nina, per una serie di imprevedibili circostanze, si incontreranno di nuovo, tutto esploderà - le verità, le menzogne, le apparenze - in un cortocircuito magnifico e stridente tra vite vere e vite inventate, che rischierà di far crollare il fragile castello di bugie costruito negli anni da Samir. Karine Tuil dipinge un affresco dei nostri tempi, in un romanzo dal passo classico, la commedia umana di una società sempre più bugiarda in cui non c'è limite all'ambizione, alla voglia di apparire, e al potere della menzogna. E in cui, più che mai, a definirci sono le persone che decidiamo di amare, ma anche quelle che scegliamo di lasciare indietro.