Contro la Terza pagina
Espressione tipica del giornalismo italiano di inizio Novecento la Terza pagina è stata per decenni il fiore all'occhiello dei quotidiani. Poi è morta. Dagli anni Cinquanta si intonano mesti epicedi, ma in realtà sotto altre spoglie il fantasma della cultura persevera nei giornali. Quello che un tempo fu la palestra della critica letteraria, la fucina di poeti e pensatori, il 'buen retiro' di scrittori e intellettuali, perfino il luogo del superfluo come massima espressione d'intelligenza, è oggi diventata il gracchiante megafono di una industria culturale che produce ogni anno migliaia di libri ed eventi e che quindi deve vendere. Tra favori e favorini, marchette, finti 'scoop', e casi editoriali inventati, inediti storici già pubblicati, 'gossip', promozioni, auto-promozioni, e tanta, tanta noia, le pagine culturali sono l'emblema del post-giornalismo. Dove i fatti contano poco, le opinioni niente.
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